I dati dell’edizione 2021 dell’European Payment Report

I pagamenti in ritardo impediscono la crescita delle aziende

Milano, giugno 2021. Quasi un terzo degli intervistati in Europa (37%) afferma che i ritardi nei pagamenti impediscono la crescita e ben il 70% afferma che pagamenti più rapidi da parte dei propri debitori consentirebbero alle aziende di investire nel miglioramento delle proprie azioni legate alla sostenibilità e di perseguire l'innovazione digitale.

Sono queste alcune delle evidenze europee della ventitreesima edizione dello European Payment Report (EPR) di Intrum, il principale operatore europeo nei credit services che ha intervistato quasi 25.000 C level e business owners di aziende in 25 paesi europei (oltre 800 in Italia).

In generale le aziende ritengono che le loro singole azioni non saranno sufficienti per affrontare i ritardi di pagamento che, oramai, vedono come un problema sociale da affrontare con una apposita legislazione europea. Anche l’Italia conferma questo trend: il 63% delle aziende italiane intervistate è più preoccupata del solito (vede un rischio crescente)  rispetto all’abilità delle controparti di pagare in tempo. Nel 2020 in Italia questo dato valeva il 65% e nel 2019 il 25%.

Secondo il campione  intervistato, inoltre, la ripresa economica dipenderà da una sana gestione del credito. Flussi di cassa sostenibili e redditività a lungo termine sono più importanti che mai per consentire alle aziende di cogliere il significativo potenziale di crescita che vedono all'orizzonte.

 

Italia

I provvedimenti del Governo hanno funzionato, ma dopo?

 

Il Covid 19 ha colpito duramente le aziende in tutta Europa e, considerate le conseguenze della pandemia, possiamo però dire che il nostro Paese presenta dei dati abbastanza in media rispetto a quelli europei.  Se la media europea delle aziende che pensa si essere stata fortunata a sopravvivere al Covid vale 49% per l’Italia il dato vale 45% (l’ultima del ranking è la Gran Bretagna con il 42%.)

 

E’ chiaro che questi dati sono stati influenzati dagli aiuti che i governi hanno dato alle imprese a partire dal primo lockdown  e dal fatto che è stato proprio il lockdown a giustificare la richiesta (e conseguente concessione) di tempi pagamento più lunghi per le controparti aziendali. Si tratta di azioni che hanno permesso alle aziende di mantenere a livelli accettabili la liquidità nell'ultimo anno anche se il nostro report spiega che il 48% della media degli intervistati europei prevede un rischio considerevole di crescita di ritardi e mancati pagamenti quando le misure di sostegno dei governi verranno ritirate.

L’Italia in questo ranking si colloca al di sotto della media europea segno che il rischio esiste ma è un rischio che le imprese italiane corrono di meno rispetto ad altri paesi europei.

Ripresa economica e recessione: sana gestione del credito per aiutare la ripresa

 

Secondo le aziende intervistate la ripresa economica dipenderà dalla sana gestione del credito. Flussi di cassa sostenibili e redditività a lungo termine sono più importanti che mai per consentire alle aziende di cogliere il potenziale di crescita futuro. Per il 69% degli intervistati  (media europea) le aziende sono investite di una responsabilità sociale quando pagano le loro controparti (il 67% in Italia) perché in fondo la vera responsabilità sociale dell’impresa sta nel fare bene il proprio mestiere assumendo, crescendo e, soprattutto, pagando i fornitori

Cala il percepito della recessione in Italia. Infatti nel 2021 il 62% delle aziende pensa che la recessione sia imminente contro il 67% della media europea. Negli anni scorsi i dati erano peggiori: nel 2020 l’83% degli intervistati italiani si aspettava la recessione contro il 56% della media europea ma, nel 2019, il 76% dei nostri intervistati pensava che la recessione fosse imminente contro il 28% della media Europea.

I dati per il nostro Paese migliorano però per le aziende che dicono che l’Italia è già in recessione o che si aspettano di esserlo entro 5 anni. Per il 55% di queste la recessione avrà un leggero impatto sulla nostra attività e per il 28% avrà un grave effetto sull’attività aziendale.

E’ importante notare che, secondo il campione intervistato per il nostro EPR, fra le misure che le aziende vogliono prendere nel 2021 per fronteggiare la recessione economica il 27% delle PMI e il 24% delle grandi aziende desidera tagliare i costi. Nel 2020 questo dato valeva rispettivamente il 46% e il 44% . Per quanto riguarda invece le assunzioni, il 15% delle PMI e delle grandi aziende ha in programma di ridurre le assunzioni ma questo dato, nel 2020, valeva il 25% per le PMI e il 29% per le grandi aziende. Un piccolo segno di ottimismo.

Per scaricare il nostro report, clicca QUI

 

Intrum è il leader europeo nel settore dei credit services con una presenza in 24 mercati del vecchio continente. Intrum aiuta le aziende offrendo soluzioni progettate per migliorare i flussi di cassa e la redditività a lungo termine e prendendosi cura dei propri clienti. Garantire che le persone e le aziende ottengano il supporto di cui hanno bisogno per affrontare i problemi finanziari è una parte importante della missione dell'azienda. Intrum ha circa 10.000 professionisti dedicati che collaborano con circa 80.000 aziende in tutta Europa. Nel 2020 i ricavi sono stati pari a 16,85 miliardi di Corone svedesi. Intrum ha sede a Stoccolma, ed il titolo Intrum è quotato al Nasdaq di Stoccolma. Intrum Italy i cui azionisti sono Intesa Sanpaolo (49%) e Intrum Group (51%) ha quasi 1.000 collaboratori e 28 uffici in 22 città italiane.

 

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