Educazione finanziaria e risparmio al tempo della pandemia

Spunti dal nostro European Consumer Payment Report 2021

Secondo il nostro European Consumer Payment Report (ECPR) l’incertezza economica sta determinando un nuovo interesse di singoli e famiglie per il miglioramento dell’ alfabetizzazione finanziaria in tutta Europa. Il 72% dei consumatori italiani intervistati infatti, afferma di aver ricevuto una educazione finanziaria sufficiente o eccellente ma è la banca la prima fonte di educazione finanziaria sia per le donne che per gli uomini mentre al secondo posto troviamo i consulenti finanziari indipendenti. I membri della famiglia come fonte di informazione autorevole slittano al terzo o addirittura al quarto quando e vengono sorpassati dall’online. Resta però il fatto che anche grazie al maggiore utilizzo della Rete durante il periodo di pandemia cresce l'interesse degli italiani verso i mercati azionari, il trading online e le cripto-attività. Circa il 28% riferisce di usare servizi finanziari online più di quanto facesse prima della pandemia ed è quasi sempre disposto a continuare a farlo. Sono queste alcune evidenze che emergono dal VII Rapporto 2021 sulle scelte di investimento delle famiglie italiane reso noto dalla CONSOB. Anche se l’on line sembra sempre più destinato a farla da padrone nell’approccio degli italiani alla finanza, rimane ancora marginale la partecipazione a web communities riferite a finanza e investimenti: solo il 6% degli investitori afferma di essere membro di web communities finanziarie. Inoltre l'interesse a partecipare una financial community, manifestato dal 16% degli investitori, viene espresso più frequentemente dagli individui finanziariamente più vulnerabili e con minore alfabetizzazione sulle materie in questione.
Per il 27% dei partecipanti la pandemia ha prodotto una riduzione del reddito familiare; il 39% fatica a far fronte alle spese fisse e ricorrenti mentre il 28% dichiara di non essere in grado di gestire una spesa imprevista di 1.000 euro; infine il 32% riferisce di aver sperimentato una diminuzione della propria ricchezza. Ma anche chi non ha patito questa situazione si trova in difficoltà: oltre il 36% degli intervistati non sa come impiegare le proprie disponibilità segno che sul tema delle opportunità di investimento ma anche dell’alfabetizzazione finanziaria c’è ancora molto da fare. Non a caso secondo l’indagine resa nota dalla CONSOB sono gli strumenti di risparmio tradizionali quelli più diffusi. Le attività finanziarie più diffuse rimangono i certificati di deposito e i buoni fruttiferi postali (posseduti dal 43% delle famiglie), seguiti dai titoli di Stato italiani (25%) e dai fondi comuni di investimento (24%). Quanto agli investitori entrati nel mercato finanziario nel 2020 e nel 2021, il rapporto evidenzia che presentano più di frequente un livello di alfabetizzazione finanziaria e di competenze digitali inferiori rispetto a quelle degli investitori di più lunga data, mentre sono meno propensi alla pianificazione finanziaria e alla gestione del budget e dichiarano più frequentemente condizioni di fragilità finanziaria.