Se lo spread varia...

Gli effetti su mutui e prestiti personali

In questi giorni abbiamo tanto sentito parlare di spread e cioè la differenza di rendimento tra i titoli di stato italiani a 10 anni (i BTP) e gli equivalenti titoli pubblici tedeschi. Il rendimento dei titoli di stato è un ottimo indicatore dello stato di salute dell’economia di un paese: più il sistema è solido, meno i titoli sono rischiosi e offrono quindi agli investitori rendimenti più bassi.

In altre parole, lo spread tra i BTP italiani e i Bund tedeschi indica quanto sia più rischioso prestare i soldi all’Italia rispetto alla Germania, considerata particolarmente affidabile grazie all’eccezionale solidità della sua economia. Ma cosa per esempio al credito al consumo, se per caso lo spread aumenta ?

Aumenterebbe sicuramente il costo dei finanziamenti con  conseguente aumento delle rate mensili. Nel 2017 grazie ai tassi favorevoli vicini allo zero c’è stato un boom di prestiti per auto e moto . Per i mutui invece il discorso è diverso, per chi ha un mutuo a tasso fisso, l’ aumento dello spread non avrà effetti; per chi ha il tasso variabile ci potrebbe essere un aumento, anche se è ancorato al tasso Euribor, con valori ormai sottozero da due anni. Per chi avvia un mutuo adesso a tasso variabile, potrebbe riscontrare da subito un aumento del costo iniziale, fortunatamente il mercato immobiliare è in fase di crescita e rivalutazione in numerose parti del Paese.

Dal punto di vista dei risparmi, con l’ aumento dello spread il rendimento dei Btp decennali è aumentato dal 1,7% al 3,5% , più del doppio. Si tratta di un incremento che si traduce in un perdita di valore dei titoli in portafoglio.