La cartella esattoriale

Cosa bisogna sapere

La cartella esattoriale è il documento di cui il concessionario per la riscossione (Agenzia delle Entrate) si serve per inoltrare ai contribuenti le richieste di pagamento avanzate da un ente creditore (ad esempio lo Stato, i Comuni, gli enti di previdenza ed assistenza, eccetera). 

Altrettanto chiare, nel contesto della cartella, devono essere sia le procedure che il concessionario porrà in essere in caso di mancato pagamento nel termine indicato, sia le indicazioni di come e dove pagare, presentare ricorso o richiedere una rateizzazione. In mancanza di tali indicazioni, la cartella è nulla.

La cartella contiene somme che restano all’Agenzia solo in minima parte, rappresentate all’aggio (l’8%), mentre la quasi totalità degli importi sono trasferiti, a incasso avvenuto, ai soggetti creditori.

La cartella è recapitata ai destinatari o per il tramite di un messo, o un ufficiale di riscossione o mediante raccomandata con ricevuta di ritorno.

Raggiunto dalla notifica, il contribuente ha un congruo lasso di tempo (in genere 60 giorni) per pagare, produrre ricorso al giudice o ridiscutere direttamente con l’ente creditore eventuali anomalie nella richiesta di pagamento (eventualmente presentando ricorso in autotutela).

Per quel che riguarda Iva, Irpef e altri tributi erariali, la cartella esattoriale deve essere notificata, pena la decadenza, entro il 31 dicembre:

  • del terzo anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione o a quello di scadenza del versamento dell’unica (o dell’ultima) rata se il termine per il versamento scade oltre il 31 dicembre
  • del quarto anno successivo a quelli di presentazione della dichiarazione del sostituto di imposta

Bisogna stare attenti perché a scadenza del termine concesso, le somme esposte in cartella sono maggiorate di interessi di mora e, limitatamente alle somme richieste dagli istituti di previdenza, da sanzioni civili.